VPN

Uno dei vantaggi della diffusione della rete Internet è (forse) quello di riuscire ad accedere a contenuti e applicazioni in maniera sempre più semplice.

Il problema è: quanti sanno davvero cosa stanno utilizzando?

Ultimamente si parla moltissimo di dati: dati personali, dati aziendali. Oggi il vero valore di un’azienda sono i dati!

Chi è in disaccordo con questa affermazione?

Ma quanta attenzione si pone davvero a questi dati? Molto spesso, nel nostro lavoro, ci accorgiamo di quanta poca attenzione i dirigenti stessi delle aziende pongano sul tema della sicurezza informatica. È ancora concepita, troppo spesso, come un costo o un’incombenza inutile.

Non è vero?

Quanti hanno in azienda un programma serio di formazione sulla cybersecurity?

Oggi vogliamo evidenziare i risultati di un’indagine indipendente svolta da Tech Transparency Project (TTP). Potete leggerla qui:
👉 https://www.techtransparencyproject.org/articles/spot-check-apple-and-google-still-have-a-chinese-vpn-problem

In particolare, l’indagine è focalizzata su app gratuite disponibili nei principali app store (Apple e Google) che permettono di creare VPN in maniera completamente gratuita.

Se volete approfondire, al link indicato trovate anche l’elenco completo delle app analizzate.

Una VPN è un tunnel virtuale sulla rete pubblica (Internet) che dovrebbe servire a proteggere i nostri dati. In pratica, utilizzando una VPN, nessuno dovrebbe riuscire ad accedere alle informazioni che viaggiano all’interno di questo “tunnel virtuale”.

Tutto è iniziato con un rapporto del 1° aprile in cui il TTP ha rilevato che oltre 20 delle 100 VPN gratuite più popolari nel 2024 mostravano prove di proprietà cinese, anche se in alcuni casi “mascherate” dietro strati di società fittizie.

La prima questione da sottolineare (non la più importante) è che molte di queste app, pur dichiarandosi gratuite, offrono acquisti sponsorizzati o piani di abbonamento premium. In caso di sottoscrizione, generano commissioni per gli app store che le ospitano (commissioni tutt’altro che trascurabili, dal 15% al 30%).

Ora passiamo al secondo punto, vero tema della nostra analisi.

Le linee guida di Apple stabiliscono che le app che offrono servizi VPN “non possono vendere, utilizzare o divulgare a terzi alcun dato per alcuno scopo”, ma qualsiasi sviluppatore con sede in Cina può essere obbligato a condividere i dati degli utenti con il governo cinese.

TTP non è riuscito a stabilire se Google Play abbia una politica specifica in materia di VPN, ma richiede comunque che le app siano “trasparenti” sulle modalità di condivisione dei dati. Google, però, non ha risposto alle domande sulle sue politiche.

Il punto della questione è molto chiaro: lo scopo dell’utilizzo di una VPN è proteggere la nostra privacy. Ma utilizzando queste app, l’effetto è proprio l’opposto: forniamo i nostri dati ad aziende o enti che non ci offrono alcuna garanzia su come vengano utilizzati o dove vengano conservati. Non è vero?

Il problema è serio, ed è sempre più attuale. Prima di affidarsi a servizi gratuiti, bisognerebbe davvero sapere cosa si sta facendo. Linkat ha sempre sconsigliato l’utilizzo di queste soluzioni non perché non le forniamo noi, ma perché crediamo che questa sia l’unica strada per avere consapevolezza e controllo sull’utilizzo dei nostri preziosissimi dati.

Non lasciare che la sicurezza della tua azienda o della tua privacy online sia compromessa. Le soluzioni sono tante, basta trovare la più adatta alle tue esigenze così da proteggere davvero i tuoi dati con servizi VPN affidabili e trasparenti.

Possiamo darti qualche consiglio su quale VPN utilizzare e come farlo.